Musica e prosa sulla Prima Guerra Mondiale dalle Alpi all’Adriatico
La Prima Guerra Mondiale muove enormi maree umane, rompendo argini geografici, culturali, mentali. Dopo Caporetto, la popolazione del nord-est d’Italia è occupata dalla babele dell’impero austroungarico e, oltre la linea del Piave, da quella dei soldati italiani. Gli
sconfinamenti e i
dislocamenti delle truppe, che hanno travolto la pianura veneto-friulana, sconvolgono le comunità e le anime, provocando
spaesamenti fisici e interiori: sono questi i temi al centro del
concerto-racconto-immagine Non capivamo, che inaugura nell’inverno 2018 il progetto
La grande onda, promosso dall’Associazione Musicale Fadiesis.
Si prosegue in primavera con l’originale
spettacolo di prosa Il primo sparo, rappresentato
in itinere sul Battello Santa Maria: una sorta di “indagine” lagunare che porta lo spettatore a Porto Buso, dove la notte del 24 maggio 1915 comincia il conflitto tra Italia e Austria-Ungheria. In questo viaggio della memoria lo spettatore ripercorre il confine liquido tra Marano e Grado, un non luogo di nazioni sfumanti, di vicini di casa diventati improvvisamente nemici, dove il senso di appartenenza è spazzato via dallo tsunami degli eventi bellici.
In chiusura estiva, a coronare questo progetto in movimento che attraversa buona parte del Friuli Venezia Giulia e tocca il Bellunese, è il
concerto Ma la guerra non fermò la musica, eseguito da un quartetto di grandi interpreti che hanno calcato i palcoscenici di tutto il mondo. Teatro delle loro esibizioni quattro luoghi simbolo della Grande Guerra, dall’Isonzo al Piave: sullo sfondo di questi siti che hanno visto il tragico e assurdo scontro tra i popoli d’Europa, irrompe la voce senza frontiere della musica, capace anche in quegli anni di dare voce all’uomo, con le sue aspirazioni e le sue inquietudini.